giovedì 27 maggio 2010

Fondamentalmente

Fondamentalmente è semplice. Un blog è una specie di taccuino, o di finestra, o di cortile.
Meglio un balcone. Che guardi in strada, fumi, prendi il fresco e fischi se passa una bella ragazza. Tanto non ti prende nessuno lassù. Internet è così, puoi informare, informarti, discuterne e discuterti, ma rimane fondamentalmente un gioco, perchè ancora non lo sappiamo bene, non lo sappiamo.

Io che un blog ce l'avevo già, La Fattoria, ma non bastava. Lì si che mi sentivo in balcone. Poi ho parlato col prof e mi son dovuto esporre.
Ora almeno sapete chi sono.

Guardati in giro mi ha detto, sennò che giornalismo è? Aveva ragione. Bisogna cercare, scovare, explorare, espandersi, bloggare di più, più avanti.

Lo sapevate che da quando esiste internet le leggende metropolitane, quelle bufale che nemmeno vostro nonno al bar dell'angolo, si sono moltiplicate, hanno proliferato, letteralmente invaso le nostre esistenze? Alla faccia della tecnologia, della modernità. Ma non solo, se la leggenda metropolitana è stata studiata e ristudiristudiata, come lo straordinario attaccamento dell'uomo, di tutti gli uomini, a quella dimensione onirica, fantasognante, eterea, bambinesca, fiabesca che non potrà mai e poi mai essere repressa da tanto raziocinio (tanto?), calcolo, in una parola realtà, internet ha creato un'altra "cosa". Si chiamiamola "cosa" per ora. Poi le chiameremo storie magari. Le tante irrinunciabili storie che ci allettano, confondono, arricchiscono, 'ncoglioniscono, ogni giorno perchè quest'esistenza non sia grama, nemmeno l'ultima, quella senza un briciolo di follia, tanto elogiata virtù e picarescheria.

Internet Meme, fenomeni da Internet. Cercatevi che significa meme su guggol.

Meme come seme, gene. Il seme della follia, bell'inizio.

Ho rinunciato da tempo a scrivere di cose serie. O forse lo faccio senza rendermene conto.

Avete presente, nei paesi, in provincia, quegli straordinari eccentrici personaggi, che una volta erano i matti del paese, o magari non erano matti, o magari erano meglio di noi, o magari, sicuramente, più di noi ne avevano tanta di fantasia?

Eccolo allora il villaggio globale. Immenso, sterminato, pieno di fiori, uccellini, scheletri e ancora fiori. Eccolo che si scopre ancora villaggio, nonostante tutto. E risponde sempre alle stesse logiche. Agli stessi disegni. Ché dietro ci siamo sempre noi.

Giù la maschera allora. In internet potete essere chi volete, in uno straordinario gioco batesoniano. In vertiginosi esperimenti psichici. Ma alla fin fine siamo sempre noi.

Gli stessi che dal balcone fischiano a quelle belle ragazze vestite a festa, che fumano e ridono perchè di sotto sta passando il matto, sta passando quel fenomeno.

Ma ridete pure, che tanto, anche lassù, prima o poi vi prendono.

Guardiamoci attorno.


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