lunedì 20 dicembre 2010

Internet Meme Database


Vi segnalo un sito molto interessante che raccoglie e cataloga, con rigore quasi scientifico, gli Internet Meme. Veramente impareggiabile.




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sabato 18 dicembre 2010

Scary Pranks

State navigando sereni e tranquilli, in una di quelle sere che si naviga un po' a casaccio (come spesso capita, d'altronde), navigate pacifici, quasi in trance, quando un link tira l'altro, siete partiti da un punto e non sapete ancora dove arriverete, siete immersi in una zapping internettato da serata invernale senza libri e senza tv.

Poi vi capita di "frugare" in quel di Youtube, magari, e gironzolando incappate in uno strano video. Non corrisponde a quel che il titolo prometteva, oppure state cercando di capire se vi corrisponde o meno, o ancora state l' ipnotizzati nonostante non corrisponda e non v'interessi saperlo. Non stavate cercando nulla di preciso d'altronde.

Siete lì sereni e pacifici, e d'un tratto la vostra calma tibetana viene rotta e vi trovate a balzare sulla sedia come se abbiate visto un fantasma: siete incappati in uno di quegli scherzetti di cui è disseminata la rete e che si chiamano Scary Pranks perchè, di fatto, sono spaventosi.

Gli Scary Pranks sono uno dei fenomeni di internet più diffusi e per certi versi divertenti e sono un pò alla pari delle vecchie scritte sui muri alla Scemo Chi Legge. Involontariamente ne sarete colpiti prima o poi, e dopo aver imprecato un pochino, vi ritroverete a ridere e passerete i minuti successivi a inviare il link dello "scherzo" a colleghi e amici. Un po' per vendetta, un po' perche gli Internet Meme si diffondono come la peste.

Internet è infida, eppure ci sentiamo sempre come in cameretta nostra, al riparo da tutto. Se le cronache vere non bastano, vi siano sufficienti i balzi sulla sedia: ve li siete proprio meritati.

Esistono diverse varianti degli scary pranks, anche "interattive", molto divertenti, come questa.

Ma la cosa più divertente è cercare i migliaia di video presenti sul "tubo" dove i vostri amici bastardelli hanno filmato le vostre sconsiderate reazioni.

Di seguito, ON AIR, un esempio, anche se oramai lo sapete e non vale. Ma tanto la prossima volta non ci sarà alcun titolo ad avvisarvi: gli "scary pranker" si fanno sempre più furbi.


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martedì 14 dicembre 2010

Chuck Norris Facts

E' indubbiamente uno dei fenomeni di Internet più diffusi e radicati, diventato un vero fenomeno di culto che ha dato vita a video, blog, fan club e persino pubblicazioni ufficiali.

Il gioco è semplice: in Internet non è ben chiara la concezione di spazio e tempo, e la fantasia, la moda, il pensiero, la cultura, corrono a briglia sciolta, con ciò che ne consegue nei pro e nei contro. Se spesso è pura idiozia, altre volte l'idiozia apparente è solo il mezzo per esprimere quello spirito di goliardia e spiritosaggine che, in particolar modo negli adolescenti, è uno dei fattori discriminanti tra il perdente e il vincente.

In un'epoca (e in un luogo) in cui tutto è incerto, sfuggevole, evanescente, è ancora necessario raccogliersi intorno agli eroi. E ce ne sono di serie A, di serie B, di serie Z. Ce ne sono di tutti i tipi. Se nei canali mainstream la selezione è rigida e dettata da criteri che spesso sfuggono al semplice intrattenimento, al semplice vaneggio fine a se stesseo, e inseguono piuttosto altri obiettivi meno nobili, su Internet si possono creare eroini dal nulla, e il trash, in particolar modo negli internet meme, fa da padrone spesso e volentieri.

Creare e riciclare, anche. Quando il convento non passa niente di meglio si tira fuori l'attoraccio protagonista di un vecchio telefilm con annesse rimembranze quasi leopardiane di quando da piccolini lo guardavamo tutti. E il tirar fuori vecchi film, vecchie immagini e vecchie fotografie è una cosa che ha sempre affascinato un po' tutti, come quei "ti ricordi", dopo tanti anni, in una serata noiosa nel baretto di provincia, dove tutto diventa iperbole e il cornetto algida di una volta era più buono e i cartoni animati non sono più quelli di una volta e tutti eravamo migliori e ora tutto tace. Che bei quadretti.

E Chuck Norris te lo ricordi, certo che te lo ricordi, com'eravamo belli, belli e spensierati. Era un'epoca più bella, anche più buona, e ti ricordi come bastava poco.

Ora, potrebbe essere una presa in giro di un passato plasticoso e boccalone. Potrebbe essere che i gusti si saranno anche affinati ma non c'è più anima. Potrebbe essere che siamo diventati più maliziosi e intelligenti. Potrebbe che siamo diventati più coglioni, fattto sta che persino in libreria è possibile trovare libri, editi da case editrici anche famose, con le imprese di Chuck Norris, che alla tv lo passavano oramai su retequattro a improbabili orari e non si sapeva nemmeno per chi.

Potremmo dire che se il ranger di Walker Texas ebbe successo negli anni 80, ora gode di una fama persino maggiore, ma non revivalistica, come ci si potrebbe aspettare, bensì di nuova vita, linfa e imprese.

Iperbole, dicevamo. Il gioco consiste nell'inventare nuove imprese del nostro beniamino, in un turbinio di frasi lapidarie e parodistiche, con un certo gusto per il paradosso, la citazione. Un fine umorismo che potrebbe forse essere impiegato meglio ma che, sta di fatto, ha creato un'orda di fans di milioni di ragazzetti e non solo.

Roba da nerd, mi direte voi. Eppure il confine è sempre più labile. I ragazzini di oggi nemmeno lo sanno più cos'è un nerd. Perchè quelli che conoscevamo noi non esistono più, e se esistono hanno vinto loro. Loro e la loro immaginazione improbabile.


IL PIù FAMOSO BLOG ITALIANO DEDICATO AI CHUCK NORRIS FACTS


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lunedì 13 dicembre 2010

Keenan Cahill

Ve lo sareste chiesti senz'altro da dove sbuca quel piccoletto. Si quello, di ieri, quello sgorbietto canterino, quello del video, che canta Kate Perry, mima Kate Perry. Teenage dream, solo il sogno di un'adolescente, diventare famoso, non si sa per cosa, ma diventarlo, diventare qualcosa.

E' solo l'ennesimo fenomeno da baraccone, pardon di internet, che la rete ha partorito. Non c'è nulla di straordinario in tutto questo, immaginate la scena.

Un piccolo ragazzetto della provincia americana accende il pc e la sua webcam, si siede alla scrivania, da solo e davanti al monitor, chiuso nella sua cameretta, e inizia a registrare. Non possiamo immaginare che cosa gli passi per la mente, non sappiamo niente di lui, non riusciamo a intravedere che un piccolo scorcio della sua stanza letto, e una porta chiusa alle sue spalle, sul suo mondo, di cui vorremmo sapere di più ma non ci è permesso. E' chiuso lì e, per quanto ci riguarda, non ha fatto nulla di più che accendere il pc e la webcam come milioni di ragazzini nello stesso esatto momento.

Poi il ragazzetto fa partire la musica di un tormentone musicale (ancora tormentoni, che tormento) e inizia a gesticolare come un idiota. Smorfia, provoca, amicca la videocamera, si muove e si contorce, fa finta di cantare. A modo suo interpreta, trasfigura la sua identità (peraltro nulla), l'identità del brano e della cantante, e trasfigura noi che ridiamo di tutto questo. Non sa cantare, non sa ballare, è oggettivamente brutto e non si può certo carpirne la spiccata intelligenza.

Eppure questo bambino (?) nel giro di alcuni giorni diventa una star, in America viene invitata nei talk show televisivi, intervistato dai magazine e dai quotidiani, salta la scuola perchè è in tour per la nazione e guadagna anche dei soldi per quel che ha fa (!).

Ora, cerchiamo di capire cos'è successo e non ci raccappezziamo. Non può essere,no non ora non qui. Ma a un certo punto un clic tira l'altro. E la follia va per la maggiore, oramai. Un delirio collettivo. Di link in link questo grottesco personaggio entra nelle case di migliaia di persone e tutti ne sono talmente felici da "consigliarlo" agli amici e agli amici degli amici. In Europa, invidiosi del popolo americano, ne riportano l'esistenza e le imprese i giornali nazionali.

E non c'entra, cari amici, Mike Bongiorno, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo, Enrico Papi. Berlusconi. Non c'entrano nulla. Sempre a dare la colpa loro.

L'abbiamo deciso noi. E' un fenomeno. Come i barbari baracconi ottocenteschi e la donna cannone e la sua compagnia di freak. Una provincia globale.

Come ha fatto? Internet è così. Un enorme bidone della spazzatura. Che se non lo fosse non ospiterebbe nemmeno queste righe. E tantomeno quel faccione nemmeno tanto simpatico. E bisogna saper rovistare tra le lische di pesche e le lattine maleodoranti per trovare quello che cerchi, e non farsi fregare da questo museo delle cere, da questo paese dei balocchi pieni di amenità che ci possono distrarre, ci distraggono di continuo.

La sto facendo grossa? Non credere. Perchè siamo solo agli antipasti, qualcosa di leggero, di stuzzicante. Ma questi fenomeni qua, stanno cambiando la percezione delle cose. (Dietrologo). Stanno cambiando il linguaggio, la realtà, l'immaginazione. Anche loro, si, "anche", certo.

Meme. Come cazzate da bar. Mosche da bar. E una non-cultura sempre più conforme, sempre più abnorme. Resta da chiedersi quali sono le domande che i guru dello spettacolo e dell'infotainment (che suono sinistro ha questo termine) pongono quotidianamente al marmocchio. "Come sei arrivato fin qui?". Come ci siamo arrivati.

Dare la colpa alla televisione non ci salverà mai più. E una sola risata non basterà a seppellire tutto quanto.


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domenica 12 dicembre 2010

Meme

Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme è un'unità auto-propagantesi di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica. La parola è stata coniata da Richard Dawkins nel suo controverso libro Il gene egoista. (Wikipedia)

Può essere anche solo un'idea. Fondamentalmente. Un disegno, un libro, una frase o un sogno ricorrente, che si scontra con elementi simili e ha la meglio. La "cultura" è vittima di evoluzioni ed involuzioni, e l'unità minima è il meme come il bit per l'informazione. Non è così difficile da comprendere, e se non ci riuscite non è affar mio. Vi basti sapere in ultima analisi, che il Meme è forse un pettegolezzo, una voce insistente nel villaggio globale, che s'insinua e s'afferma senza alcun rigore logico.
E tormenta, diamine se tormenta, come i tormentoni dell'estate ma in qualunque stagione. Fondamentalmente potevamo farne anche a meno, eppure d'un tratto il Meme si appropria di uno spazio immenso e lo sottrae ad altre informazioni per così dire vitali. Come quando negli anni '90 tutti si chiedevano chi era che aveva ucciso Laura Palmer. Anche quando non c'entrava nulla. Anzi, peggio. Bisogna andare ancora più indietro, a metti un tigre nel motore almeno. O forse è ancora più recondita, forse è come i simboli preistorici, veicoli di un messaggio non definito, eppure urgente. Catene di Sant'Antonio o leggende urbane. Forse è solamente idiozia, e poveri noi che stiamo qui a discuterne.

Almeno si ride però. Questo è certo.


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