lunedì 13 dicembre 2010

Keenan Cahill

Ve lo sareste chiesti senz'altro da dove sbuca quel piccoletto. Si quello, di ieri, quello sgorbietto canterino, quello del video, che canta Kate Perry, mima Kate Perry. Teenage dream, solo il sogno di un'adolescente, diventare famoso, non si sa per cosa, ma diventarlo, diventare qualcosa.

E' solo l'ennesimo fenomeno da baraccone, pardon di internet, che la rete ha partorito. Non c'è nulla di straordinario in tutto questo, immaginate la scena.

Un piccolo ragazzetto della provincia americana accende il pc e la sua webcam, si siede alla scrivania, da solo e davanti al monitor, chiuso nella sua cameretta, e inizia a registrare. Non possiamo immaginare che cosa gli passi per la mente, non sappiamo niente di lui, non riusciamo a intravedere che un piccolo scorcio della sua stanza letto, e una porta chiusa alle sue spalle, sul suo mondo, di cui vorremmo sapere di più ma non ci è permesso. E' chiuso lì e, per quanto ci riguarda, non ha fatto nulla di più che accendere il pc e la webcam come milioni di ragazzini nello stesso esatto momento.

Poi il ragazzetto fa partire la musica di un tormentone musicale (ancora tormentoni, che tormento) e inizia a gesticolare come un idiota. Smorfia, provoca, amicca la videocamera, si muove e si contorce, fa finta di cantare. A modo suo interpreta, trasfigura la sua identità (peraltro nulla), l'identità del brano e della cantante, e trasfigura noi che ridiamo di tutto questo. Non sa cantare, non sa ballare, è oggettivamente brutto e non si può certo carpirne la spiccata intelligenza.

Eppure questo bambino (?) nel giro di alcuni giorni diventa una star, in America viene invitata nei talk show televisivi, intervistato dai magazine e dai quotidiani, salta la scuola perchè è in tour per la nazione e guadagna anche dei soldi per quel che ha fa (!).

Ora, cerchiamo di capire cos'è successo e non ci raccappezziamo. Non può essere,no non ora non qui. Ma a un certo punto un clic tira l'altro. E la follia va per la maggiore, oramai. Un delirio collettivo. Di link in link questo grottesco personaggio entra nelle case di migliaia di persone e tutti ne sono talmente felici da "consigliarlo" agli amici e agli amici degli amici. In Europa, invidiosi del popolo americano, ne riportano l'esistenza e le imprese i giornali nazionali.

E non c'entra, cari amici, Mike Bongiorno, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo, Enrico Papi. Berlusconi. Non c'entrano nulla. Sempre a dare la colpa loro.

L'abbiamo deciso noi. E' un fenomeno. Come i barbari baracconi ottocenteschi e la donna cannone e la sua compagnia di freak. Una provincia globale.

Come ha fatto? Internet è così. Un enorme bidone della spazzatura. Che se non lo fosse non ospiterebbe nemmeno queste righe. E tantomeno quel faccione nemmeno tanto simpatico. E bisogna saper rovistare tra le lische di pesche e le lattine maleodoranti per trovare quello che cerchi, e non farsi fregare da questo museo delle cere, da questo paese dei balocchi pieni di amenità che ci possono distrarre, ci distraggono di continuo.

La sto facendo grossa? Non credere. Perchè siamo solo agli antipasti, qualcosa di leggero, di stuzzicante. Ma questi fenomeni qua, stanno cambiando la percezione delle cose. (Dietrologo). Stanno cambiando il linguaggio, la realtà, l'immaginazione. Anche loro, si, "anche", certo.

Meme. Come cazzate da bar. Mosche da bar. E una non-cultura sempre più conforme, sempre più abnorme. Resta da chiedersi quali sono le domande che i guru dello spettacolo e dell'infotainment (che suono sinistro ha questo termine) pongono quotidianamente al marmocchio. "Come sei arrivato fin qui?". Come ci siamo arrivati.

Dare la colpa alla televisione non ci salverà mai più. E una sola risata non basterà a seppellire tutto quanto.


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