martedì 25 gennaio 2011

Serendipity

E' una parola mica da poco conto, parola chiave, parola d'ordine.

Indica un evento casuale, o meglio una sensazione. Quella che hai quando cerchi una cosa e ne trovi un'altra altrettanto (o più ) interessante, quando ricerchi una cosa e ne scopri un'altra. Ma anche quando anzichè inciampare lì inciampi là. E' una celebrazione della casualità. Una razionalizzazione del caos, trasposto in ordine. Fortuna. Sfortuna. Qualcosa d'incalcolato. Ma calcolabile. Ci sbatti il muso. Magnetismo. Involontario.

C'è persino un neologismo italiano, serendipità. Che termine straordinario. Elogio della follia.

"Il termine deriva da Serendip, l'antico nome persiano di Sry Lanka. Il termine fu coniato dallo scrittore Horace Walpole che lo usò in una lettera scritta il 28 gennaio 1754 a Horace Mann, un suo amico inglese che viveva a Firenze. Horace Walpole fu ispirato dalla lettura della fiaba persiana "Tre prìncipi di Serendippo" di Cristoforo Armeno nel cui racconto i tre protagonisti trovano sul loro cammino una serie di indizi, che li salvano in più di un'occasione. La storia descrive le scoperte dei tre prìncipi come intuizioni dovute sì al caso, ma anche allo spirito acuto e alla loro capacità di osservazione." (Wikipedia)

Quando l'informazione su internet iniziò a prendere piede prepotentemente, quando la rivoluzione digitale era al cuo culmine, e s'iniziò a parlare di "personalizzazione", di aggregatori di news, di bussole insomma per navigare nella grande discarica e riuscire finalmente ad isolare le zone franche, le isole dei rifiuti, i detrattori si allarmarono: se davvero accadesse questo sarebbe la morte del giornalismo. Orrore. Sarebbe la morte del lettore. Se davvero dovesse accadere "l'irreparabile" non riusciremmo più a distrarci dannazione. Il lettore non sarebbe più attirato da altre notizie che non cercava scoprendo così nuovi percorsi.

L'ignoranza di quei detrattori potrebbe essere proverbiale. Se non conoscevano "Serendipity", avrebbero dovuto perlomeno conoscere "Link".

Sono due parole importanti. La quintessenza dell'informarsi in internet. E ora che aggregatori ne sono usciti parecchi ti accorgi che sono utili, perchè ti distolgono un po' da quella sensazione malevolmente piacevole e irrestibile dello zapping multimediale.

Link e Serendipity. Quando incontrate i famosi detrattori, sussurratele queste due paroline all'orecchio. Si disattiveranno automaticamente. E se non lo faranno dategli pure una randellata in testa.

Gli internet meme si diffondono esattamente così: per Serendipity. Quando un link tira l'altro e non riesci più a fermarti. Nella realtà le malattie compulsive vengono immediatamente riconosciute e isolate. In Internet costituiscono il motore nascosto di meccanismi ancora sconosciuti ai più, perlomeno a livello cosciente.


- ON AIR -





Nessun commento:

Posta un commento